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martedì 28 agosto 2012

Qualche commento a recensioni di Accept, Amorphis, Arch Enemy, At The Gates e Atheist

Per adesso più o meno questi, perché ho fatto solo la lettera "A" nell'archivio delle rece di questo sito, che è uno di quelli che leggo da anni (anche se sporadicamente come per tutti gli altri, ormai) e in generale non è male. O almeno, è come molti altri oggi: ci sono recensori o pseudo-tali di ogni tipo, da quelli davvero competenti, con esperienza e soprattutto orecchie ben funzionanti, a quelli abbastanza scarsi a dir poco.

Siccome è uno di quelli dove si può commentare liberamente sotto le varie recensioni, anche se vedo che pochi lo fanno di solito (spero non sia invece così desolato da quel punto di vista perché magari tutti i commenti più o meno scomodi vengono censurati al volo, ma credo di no), beh ne approfitto per non riscrivere tutto qui, mettendo semplicemente i link alle pagine dove sono intervenuto con considerazioni varie.
 
Accept - Breaker

Accept - Russian Roulette

Alltheniko - Devasterpiece

Amorphis - Tales From The Thousand Lakes

Arch Enemy - Burning Bridges

At The Gates - The Red In The Sky Is Ours

At The Gates - Slaughter Of The Soul

Atheist - Piece Of Time

Atheist - Unquestionable Presence

Atheist - Elements

mercoledì 9 maggio 2012

Il fondatore/titolare della My Graveyard Productions e organizzatore del Play It Loud Fest? Graziano!

Ma è ovvio! E' proprio lui, GRAZIANO Mazzardi, fratello timido di Giuliano, che proprio per questa maggiore e invincibile timidezza ha sempre dato in pasto agli appassionati, ai media di settore e ai musicisti stessi il nome del fratello, noto infatti a tutti da anni nell'ambiente.

Buahahahahahahah...da un report del festival in oggetto, ormai datato e scoperto per caso ora (quarta riga):

Link report Play It Loud III

P.S. - Da notare la notevole impaginazione, con una marea di parole erroneamente attaccate. Inoltre ha sbagliato pure a scrivere la data, 27 invece di 28, nonostante abbia incollato in bella vista la locandina dove è scritto chiaramente...cialtroneria rulez!

martedì 14 febbraio 2012

I Necrodeath... non fanno death

Come sostiene invece l'autore di questo report, relativo alla data di un paio di settimane fa all'Elvis' Fan Club di Livorno:

Report su RockRebelMagazine.com

Mi pare più che palese, e infatti nessun appassionato o "giornalista" di settore che abbia anche una cultura ed esperienza media (oltre al solito apparato uditivo funzionante, altrimenti è inutile avere anche tutta la cultura del mondo e conoscenza corretta delle varie etichette), ha mai inserito la storica band genovese in quel genere.

Sono da sempre fondamentalmente thrash, più precisamente di netta matrice slayeriana, band del resto letteralmente adorata da sempre, in particolare dai due membri storici e principali compositori/arrangiatori dei pezzi, cioè il batterista Peso e il chitarrista Claudio (quest'ultimo ormai, da metà decennio scorso circa, uscito dalla band, ma questo non ha ovviamente stravolto l'approccio solito e lo stile del gruppo). Ovviamente le influenze sono anche altre, sempre riguardo thrash (anche europeo), proto-thrash come i Venom su tutti (il gruppo si formò proprio dopo aver visto un concerto degli inglesi in Italia nell'84) e altro ancora. Ma gli Slayer rimangono evidentemente quelli che vengono fuori in maniera più netta nella maggior parte dei riff e strutture. In generale, soprattutto nei dischi dalla reunion in poi, rispetto alla fondamentale band americana, i genovesi sono ancor più diretti, semplici e d'impatto.

E' corretto comunque definirli anche, come fanno quasi tutti, "black-thrash", o viceversa, che sarebbe secondo me più corretto in quanto la matrice di gran lunga principale è appunto il thrash e dintorni; ma effettivamente per pronunciarla suona meglio con i termini in quell'ordine lì. E' giusto, dicevo, perché non solo l'approccio e timbro quasi sempre di tipo scream (ancor più dall'ingresso di Flegias come cantante a fine anni '90 quando ricominciarono l'attività sia studio che live) può rimandare a quel genere, anche se non è ovviamente sua esclusiva in generale, ma anche musicalmente, spesso, ci sono sfuriate e passaggi che non sarebbero affatto fuori posto in dischi black, per non parlare delle tematiche.
Ma ribadiamo che anche in questo caso si parla di componenti sicuramente minoritarie nel complesso, mentre definirli death tout-court (già più accettabile, infatti, li avesse definiti in maniera analoga all'etichetta suddetta, scrivendo "thrash-death" o viceversa) è proprio sbagliato oggettivamente, non esiste.

E ora altre considerazioni, più soggettive magari.

L'approccio dell'articolo suddetto mi piace sempre poco, già dall'inizio: mi indispongono quelli che, si tratti di metal estremo o metal in generale, paiono dirti "eh, una volta, da ragazzetto, ero intrippatissimo anch'io col genere, poi sono "maturato", mi sono "evoluto"...", come a dire che certe cose le considerano adatte e in grado di soddisfare l'interesse solo finché si è più o meno pischelli, e che successivamente debbano scadere per forza, come le mozzarelle. Inoltre, quando poi ti citano quali generi e band ascoltano ora, "da grandi", ti cascano spesso le palle in terra di colpo...roba, quella sì oggettivamente o quasi, "da ragazzetti" o comunque più o meno modaiola ecc., quindi a ben vedere un'involuzione, altro che evoluzione.
E' ovviamente, in generale, una cazzata smentita dai fatti, visto che altrimenti non si spiegherebbero non solo tutti gli appassionati over-'enta e spesso anche over-'anta o più, che ascoltano e seguono con gran piacere le solite band (anche live, se sono ancora in attività ovviamente) con cui si esaltavano i primi tempi della scoperta del genere o a vent'anni o venticinque, e si interessano anche delle nuove scene e gruppi giovani dei soliti campi che apprezzano da sempre, ma nemmeno il perché quelle band stesse più o meno storiche, i cui membri hanno ormai età spesso compatibili con i padri (quando non con i nonni) di molti dei loro ascoltatori più giovani, non si siano ancora stancate di fare dischi e live con tutta la passione del mondo, spesso nonostante sia solo un "hobby", visto che non riescono a viverci di sola musica.
Ma tutto questo succede, è sotto gli occhi di tutti direi, e quindi...

Una cosa è allargare i propri ascolti, conoscenze, e affiancarli a tutto quello che già conosciamo/apprezziamo, magari  a volte anche svalutare (o al contrario rivalutare) alcune singole band o dischi che un tempo ci facevano impazzire, questo è normale e capita, credo, a tutti. Ma ben diverso sostenere, anche se non del tutto esplicitamente, quasi come fosse una regola, un evento inevitabile, che certi generi per forza di cose quando "cresci" non li puoi continuare a trovare interessanti anche solo quel minimo per continuare ad ascoltare le band che ritieni migliori (che siano di oggi o di ieri ripeto), ad esaltarti esattamente - o comunque più o meno - come un tempo verso quei dischi che hai sempre reputato capolavori assoluti, e anche ad andare a vedere i relativi concerti ogni volta che capita ed è possibile. Quest'ultima convinzione, ripeto, non ha alcun senso logico in generale.

E ancora, ricollegandomi alla cavolata del mettere i Necrodeath nel death metal, ho tra l'altro dei dubbi che il tipo abbia ascoltato davvero bene il metal estremo (o meglio, tutto quello dal thrash "in là", o dal "thrash-death", come cita lui nelle prime righe del report) a suo tempo, se non si è mai accorto delle differenze, spesso davvero notevoli, tra i relativi stili che ne fanno parte. Oppure è passato così tanto tempo da quel periodo e background "da ragazzino", tale da essersi dimenticato praticamente tutto via via. Ma mi pare strano, anche perché se è quello in mezzo alla foto dei Necrodeath nel report stesso, non mi sembra poi così vecchio da esser passati decenni e decenni da allora.

Purtroppo "toppa" anche sulla band di supporto, gli Humangled, visto che di vero e proprio brutal c'è davvero così poco e per brevissimi passaggi isolati, che anche dire solo che ci "sconfinano a tratti" secondo me è già esagerato e se ne può fare a meno. E ancor di più, per evitare equivoci davvero grandi sullo stile proposto dall'ottima band pisana (ah, appunto, a scanso di equivoci mi piacciono molto sia loro che i Necrodeath, nulla di questo post è per screditare o sminuire le band, sono solo questioni formali di "etichettatura"; anzi, in quest'ultimo caso, riguardo il brutal e soprattutto quello degli ultimi anni, personalmente lo amo molto meno di qualsiasi forma di death classico o tecnico, quindi per me è meglio, non peggio, se ce n'è meno o nulla in una band, e lo stesso per il black nei genovesi), credo sia fuorviante parlare solo di "death metal molto tecnico", visto che così di solito uno che non ha sentito ancora il gruppo pensa al volo a band totalmente votate al ramo tecnico-progressivo del genere, quindi, per citare solo i soliti grandi apripista e campioni del settore, Atheist, Death, Pestilence, Cynic...
Gli Humangled in realtà puntano il giusto su cose più o meno arzigogolate o proggheggianti di quel tipo, realizzando invece un mix molto equilibrato e di grande impatto immediato, di death classico (sponda americana ma senza disdegnare anche qualcosa di europeo), alcune influenze thrash e parti ganzissime accostabili a certo death'n'roll, molto groovy e orecchiabilissime fin dal primo ascolto; come del resto il loro stile nel complesso, almeno per chi non sia completamente digiuno o abbia un'idiosincrasia per qualsiasi cosa sconfini nel metal più o meno estremo o anche solo nel death/thrash "moderatamente estremo", se mi passate la contraddizione.
Le loro influenze e soprattutto il risultato, è insomma abbastanza diverso e molto più sfaccettato, vario e anche orecchiabile secondo me, rispetto a quello a cui si penserebbe leggendo la definizione del tipo o le band che cita come principali influenze, visto che sono appunto molte di più in realtà, e inoltre tutto è rielaborato in uno stile assai personale. D'altronde i componenti, soprattutto il cantante e uno dei due chitarristi, non sono esattamente dei novellini della scena, ma già in attività fin dai primissimi '90 con un duo grindcore con batteria elettronica, poi momenti di pausa più o meno forzata e l'inizio, qualche anno fa, di questa vera e propria nuova band e stile, con la realizzazione di due ep e un full lenght, e un nuovo ep in uscita a breve (per questi ultimi due, mix e masterizzazione in Svezia da Dan Swano, e si sente).

sabato 14 gennaio 2012

Articolo molto azzeccato su locali live, gestori ecc.

Segnalo questo articolo molto interessante e azzeccato, potrei averlo scritto io, visto che sono cose che osservo e penso ormai da anni e la visione/soluzioni proposte dall'autore mi trovano d'accordo per la stragrande maggioranza.

Si è sviluppata anche una serie di commenti notevole che continua ogni tanto tutt'oggi, nonostante l'articolo sia ormai di quasi tre mesi fa.

Anch'io ho detto "un po'" la mia, per la cronaca, rispondendo a vari commentatori, soprattutto a quelli che le sparavano grosse (spesso interessati, essendo proprio o gestori o "tributari" vari): il nick è ovviamente "The Sentinel". Buona lettura.

Articolo su RockOn.it

domenica 18 dicembre 2011

"NWOIHM": i figli senza i padri

Iniziamo con una delle cazzate più diffuse e ribadite, accettata come dato di fatto dalla maggior parte degli appassionati e allo stesso tempo tra le più oggettive e quindi facilmente smentibili.

Potrebbe sembrare un semplice discorso formale, un errore in realtà di nessuna importanza; invece è importante a suo modo, perché implica in pratica anche tutto un atteggiamento a monte - che oltre a questa partorisce anche un'altra marea di vaccate che si sono diffuse negli ultimi anni, sempre per mano di un certo tipo di appassionati - secondo il quale si possono sempre e comunque descrivere i fenomeni storici, la nascita e sviluppo di certi generi e band, le etichette/definizioni ecc. nel nostro Paese semplicemente "italianizzando" le rispettive estere che (non per tutti i singoli casi ma quasi) ci avevano preceduto.

Tornando a bomba, una massa di bamboretti (e non, purtroppo) in giro per webzine, blog, forum e talvolta anche riviste usa da sempre l'acronimo in oggetto, che starebbe per "New Wave Of Italian Heavy Metal", trasposizione, ovviamente, di "NWOBHM", ovvero "New Wave Of British Heavy Metal".

Il problema è che in Inghilterra aveva perfettamente senso parlare di "nuova ondata" di band heavy metal, riferendosi a quelle uscite in massa dal '79-'80 fino all'82-'83, perché c'era stata una "old wave", una precedente. E anche se col senno di poi quelle band (Purple, Sabbath, Rainbow, Zeppelin ecc.) sono state giustamente classificate hard rock e non heavy metal, al tempo e negli anni immediatamente successivi in realtà molti, sia tra appassionati che addetti ai lavori, giornalisti ecc., le definivano "metal" o "heavy metal". Poi in mezzo arrivano i Judas Priest, che anticipano di qualche anno l'heavy metal vero e proprio, suonando già quello stile (anzi, in molti casi rimanevano più estremi, duri e "avanti" loro, piuttosto che quella parte di band successive che erano in realtà ancora molto legate ad uno stile più "hardrockeggiante" e "sbarazzino" diciamo, più "rock'n'roll" insomma) ben prima, quindi, dell'esplosione come vero e proprio genere con le suddette centinaia e centinaia di band che la nuova ondata partorisce dall'inizio del decennio successivo. Infatti tolto il debutto, "Rocka Rolla", tra hard rock e rock - anche se certi incroci delle due chitarre e l'incedere abbastanza serrato in alcuni brani, se immaginati con una distorsione più spinta e tagliente, anticipavano già chiaramente i successivi sviluppi - tutti i successivi quattro dischi usciti entro fine '78, proponevano il genere heavy metal praticamente come lo conosciamo oggi, soprattutto in certi brani specifici veramente originalissimi al tempo. Infatti il secondo, "Sad Wings Of Destiny", è considerato il primo album heavy metal in senso stretto della storia.

Quindi per via di quelle band della generazione (o quasi) precedente che avevano già spostato di molto in avanti il livello di durezza del rock portandolo appunto nell'hard o addirittura nell'heavy metal definitivo, ebbe del tutto senso, fu naturale in quel Paese parlare di "nuova" ondata.

Ma da noi, non ho mai capito quale fosse la vecchia, la "old" rispetto alla quale poi si possa parlare di quella nuova, della "new".

Da noi non c'erano band veramente hard rock né tantomeno una scena, prima che cominciassero ad uscire a partire dai primi anni '80 i vari Vanexa, Vanadium, Strana Officina, Skanners ecc.

Al massimo c'erano band, tra quelle della scena prog rock, al contrario ben sviluppata anche se spesso tendeva anch'essa a imitare modelli esteri (e il genere era chiamato al tempo "pop" da noi, in contrapposizione con la classica canzone "italiana", sanremese o cantautorale in genere), che avevano spesso e volentieri anche parti e suoni piuttosto duri per l'epoca e soprattutto per l'Italia, penso al volo ai Biglietto per L'Inferno, per dirne uno; ma erano eccezioni, il resto era appunto prog rock di vario tipo, quindi sonorità immensamente meno dure, d'impatto e aggressive rispetto a quello che si poteva sentire nei vari "In Rock", "Paranoid" e via dicendo.

La conclusione è quindi ovvia e semplice: quel primo movimento italiano fatto di band più o meno puramente heavy metal e più o meno originali, andrebbe chiamato appunto "First Wave Of Italian Heavy Metal", perché è stato quello composto dalle prime band in assoluto che hanno proposto da noi sonorità hard&heavy.

Al limite, quella denominazione può essere usata molto più appropriatamente per indicare tutte quelle band italiane, alcune poi divenute molto famose (sia da noi che all'estero), che si sono formate a cavallo tra fine anni '80 e primissimi '90 arrivando poi a debuttare ufficialmente intorno alla metà del decennio o comunque entro la fine. Quindi parlo ovviamente dei vari Extrema, Labyrinth, Eldritch, White Skull, Athena, Rhapsody, Vision Divine, Node, Time Machine e tantissimi altri più o meno noti che, a parere di molti e coerentemente anche con i fatti e la storia stessa, hanno, piacciano o meno, fatto fare un salto di popolarità, sia da noi che all'estero, alla scena nostrana, per via ovviamente del poter usufruire di produzioni e suoni mediamente molto migliori di quelli di un tempo, così come maggiori servizi in generale (promozione, locali dove suonare, riviste specializzate ecc.), oltre chiaramente al saper scrivere a loro volta dei grandi, spesso eccellenti brani, o addirittura creare una proposta piuttosto originale che sarebbe andata ad influenzare grandemente pure scene e band estere (vedi i Rhapsody). Anche per noi ci sono pure quelli "di mezzo" come in Inghilterra i suddetti Judas Priest o anche i Motorhead, cioè arrivati tra la prima ondata hard rock dei primissimi '70 e l'esplosione della NWOBHM una decina d'anni dopo. Nel nostro caso i corrispondenti sono quelli arrivati dopo gli apripista Vanadium, Strana Officina, Vanexa ecc., ma comunque entro circa metà anni '80 come formazione e inizio della trafila di demo, ep e prodotti simili - è sempre un discorso, in genere, puramente anagrafico ovviamente, non di merito o meno, arrivare prima o dopo, non si sceglie quando venire al mondo - per debuttare poi ufficialmente anch'essi nel corso dei '90, nella maggior parte dei casi. Rientrano tra questi, per esempio, i Tossic e i Domine. Discorso ancora diverso e particolare per i Dark Quarterer, che debuttano ufficialmente solo nell'87 (con un disco registrato in due sessioni, la prima nell'84 e la seconda nell'86), ma in realtà sono una delle primissime formazioni di rock duro e metal italiane, e prima di creare il loro particolarissimo stile tra prog rock ed epic metal nei pezzi propri che iniziarono a scrivere verso l'80, avevano suonato per anni (dal '74, anno di formazione) gran quantità di cover delle varie band prog rock, hard rock e del primo metal del periodo, affinando tecnica, affiatamento e sound, pur non suonando praticamente mai dal vivo in quel primo periodo.

Per concludere e tornare al punto principale della questione, io non ho idea di quali giustificazioni diano eventualmente quelli che continuano a usare la sigla in oggetto, anche perché personalmente non ne ho proprio mai sentite. Semplicemente continuano, come dicevo sopra, ad usarlo probabilmente senza chiedersi nemmeno se la cosa abbia senso, perché hanno stampata in testa da sempre l'analoga inglese e quindi deve essere corretta per forza anche se italianizzata, ovvio no?