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martedì 14 febbraio 2012

I Necrodeath... non fanno death

Come sostiene invece l'autore di questo report, relativo alla data di un paio di settimane fa all'Elvis' Fan Club di Livorno:

Report su RockRebelMagazine.com

Mi pare più che palese, e infatti nessun appassionato o "giornalista" di settore che abbia anche una cultura ed esperienza media (oltre al solito apparato uditivo funzionante, altrimenti è inutile avere anche tutta la cultura del mondo e conoscenza corretta delle varie etichette), ha mai inserito la storica band genovese in quel genere.

Sono da sempre fondamentalmente thrash, più precisamente di netta matrice slayeriana, band del resto letteralmente adorata da sempre, in particolare dai due membri storici e principali compositori/arrangiatori dei pezzi, cioè il batterista Peso e il chitarrista Claudio (quest'ultimo ormai, da metà decennio scorso circa, uscito dalla band, ma questo non ha ovviamente stravolto l'approccio solito e lo stile del gruppo). Ovviamente le influenze sono anche altre, sempre riguardo thrash (anche europeo), proto-thrash come i Venom su tutti (il gruppo si formò proprio dopo aver visto un concerto degli inglesi in Italia nell'84) e altro ancora. Ma gli Slayer rimangono evidentemente quelli che vengono fuori in maniera più netta nella maggior parte dei riff e strutture. In generale, soprattutto nei dischi dalla reunion in poi, rispetto alla fondamentale band americana, i genovesi sono ancor più diretti, semplici e d'impatto.

E' corretto comunque definirli anche, come fanno quasi tutti, "black-thrash", o viceversa, che sarebbe secondo me più corretto in quanto la matrice di gran lunga principale è appunto il thrash e dintorni; ma effettivamente per pronunciarla suona meglio con i termini in quell'ordine lì. E' giusto, dicevo, perché non solo l'approccio e timbro quasi sempre di tipo scream (ancor più dall'ingresso di Flegias come cantante a fine anni '90 quando ricominciarono l'attività sia studio che live) può rimandare a quel genere, anche se non è ovviamente sua esclusiva in generale, ma anche musicalmente, spesso, ci sono sfuriate e passaggi che non sarebbero affatto fuori posto in dischi black, per non parlare delle tematiche.
Ma ribadiamo che anche in questo caso si parla di componenti sicuramente minoritarie nel complesso, mentre definirli death tout-court (già più accettabile, infatti, li avesse definiti in maniera analoga all'etichetta suddetta, scrivendo "thrash-death" o viceversa) è proprio sbagliato oggettivamente, non esiste.

E ora altre considerazioni, più soggettive magari.

L'approccio dell'articolo suddetto mi piace sempre poco, già dall'inizio: mi indispongono quelli che, si tratti di metal estremo o metal in generale, paiono dirti "eh, una volta, da ragazzetto, ero intrippatissimo anch'io col genere, poi sono "maturato", mi sono "evoluto"...", come a dire che certe cose le considerano adatte e in grado di soddisfare l'interesse solo finché si è più o meno pischelli, e che successivamente debbano scadere per forza, come le mozzarelle. Inoltre, quando poi ti citano quali generi e band ascoltano ora, "da grandi", ti cascano spesso le palle in terra di colpo...roba, quella sì oggettivamente o quasi, "da ragazzetti" o comunque più o meno modaiola ecc., quindi a ben vedere un'involuzione, altro che evoluzione.
E' ovviamente, in generale, una cazzata smentita dai fatti, visto che altrimenti non si spiegherebbero non solo tutti gli appassionati over-'enta e spesso anche over-'anta o più, che ascoltano e seguono con gran piacere le solite band (anche live, se sono ancora in attività ovviamente) con cui si esaltavano i primi tempi della scoperta del genere o a vent'anni o venticinque, e si interessano anche delle nuove scene e gruppi giovani dei soliti campi che apprezzano da sempre, ma nemmeno il perché quelle band stesse più o meno storiche, i cui membri hanno ormai età spesso compatibili con i padri (quando non con i nonni) di molti dei loro ascoltatori più giovani, non si siano ancora stancate di fare dischi e live con tutta la passione del mondo, spesso nonostante sia solo un "hobby", visto che non riescono a viverci di sola musica.
Ma tutto questo succede, è sotto gli occhi di tutti direi, e quindi...

Una cosa è allargare i propri ascolti, conoscenze, e affiancarli a tutto quello che già conosciamo/apprezziamo, magari  a volte anche svalutare (o al contrario rivalutare) alcune singole band o dischi che un tempo ci facevano impazzire, questo è normale e capita, credo, a tutti. Ma ben diverso sostenere, anche se non del tutto esplicitamente, quasi come fosse una regola, un evento inevitabile, che certi generi per forza di cose quando "cresci" non li puoi continuare a trovare interessanti anche solo quel minimo per continuare ad ascoltare le band che ritieni migliori (che siano di oggi o di ieri ripeto), ad esaltarti esattamente - o comunque più o meno - come un tempo verso quei dischi che hai sempre reputato capolavori assoluti, e anche ad andare a vedere i relativi concerti ogni volta che capita ed è possibile. Quest'ultima convinzione, ripeto, non ha alcun senso logico in generale.

E ancora, ricollegandomi alla cavolata del mettere i Necrodeath nel death metal, ho tra l'altro dei dubbi che il tipo abbia ascoltato davvero bene il metal estremo (o meglio, tutto quello dal thrash "in là", o dal "thrash-death", come cita lui nelle prime righe del report) a suo tempo, se non si è mai accorto delle differenze, spesso davvero notevoli, tra i relativi stili che ne fanno parte. Oppure è passato così tanto tempo da quel periodo e background "da ragazzino", tale da essersi dimenticato praticamente tutto via via. Ma mi pare strano, anche perché se è quello in mezzo alla foto dei Necrodeath nel report stesso, non mi sembra poi così vecchio da esser passati decenni e decenni da allora.

Purtroppo "toppa" anche sulla band di supporto, gli Humangled, visto che di vero e proprio brutal c'è davvero così poco e per brevissimi passaggi isolati, che anche dire solo che ci "sconfinano a tratti" secondo me è già esagerato e se ne può fare a meno. E ancor di più, per evitare equivoci davvero grandi sullo stile proposto dall'ottima band pisana (ah, appunto, a scanso di equivoci mi piacciono molto sia loro che i Necrodeath, nulla di questo post è per screditare o sminuire le band, sono solo questioni formali di "etichettatura"; anzi, in quest'ultimo caso, riguardo il brutal e soprattutto quello degli ultimi anni, personalmente lo amo molto meno di qualsiasi forma di death classico o tecnico, quindi per me è meglio, non peggio, se ce n'è meno o nulla in una band, e lo stesso per il black nei genovesi), credo sia fuorviante parlare solo di "death metal molto tecnico", visto che così di solito uno che non ha sentito ancora il gruppo pensa al volo a band totalmente votate al ramo tecnico-progressivo del genere, quindi, per citare solo i soliti grandi apripista e campioni del settore, Atheist, Death, Pestilence, Cynic...
Gli Humangled in realtà puntano il giusto su cose più o meno arzigogolate o proggheggianti di quel tipo, realizzando invece un mix molto equilibrato e di grande impatto immediato, di death classico (sponda americana ma senza disdegnare anche qualcosa di europeo), alcune influenze thrash e parti ganzissime accostabili a certo death'n'roll, molto groovy e orecchiabilissime fin dal primo ascolto; come del resto il loro stile nel complesso, almeno per chi non sia completamente digiuno o abbia un'idiosincrasia per qualsiasi cosa sconfini nel metal più o meno estremo o anche solo nel death/thrash "moderatamente estremo", se mi passate la contraddizione.
Le loro influenze e soprattutto il risultato, è insomma abbastanza diverso e molto più sfaccettato, vario e anche orecchiabile secondo me, rispetto a quello a cui si penserebbe leggendo la definizione del tipo o le band che cita come principali influenze, visto che sono appunto molte di più in realtà, e inoltre tutto è rielaborato in uno stile assai personale. D'altronde i componenti, soprattutto il cantante e uno dei due chitarristi, non sono esattamente dei novellini della scena, ma già in attività fin dai primissimi '90 con un duo grindcore con batteria elettronica, poi momenti di pausa più o meno forzata e l'inizio, qualche anno fa, di questa vera e propria nuova band e stile, con la realizzazione di due ep e un full lenght, e un nuovo ep in uscita a breve (per questi ultimi due, mix e masterizzazione in Svezia da Dan Swano, e si sente).