Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta cappello. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cappello. Mostra tutti i post

mercoledì 9 giugno 2021

La vera funzione del cappello nelle foto "professionali" pseudo-glamour di Sonia Giomarelli

Il cappello, che sembra più che altro di quelli da reverendo tipico di campagna nei film western, in quegli scatti del fotografo professionista (ma c'è qualcuno oggi che non lo è, o che almeno non si sente tale, tra tutta la miriade di gente che ha una macchina più o meno seria e scatta foto?), serve a pararsi dalle stronzate continue che spara, che si librano in alto per poi ricadere, ed essendo pure molto pericolose, visto il peso specifico delle stesse.

Quindi dovrebbe usarlo sempre e comunque, tranne giusto quando dorme o anche altri momenti in cui per qualche strano motivo non spara le sue solite minchiate su qualsiasi cosa; e anche molto rinforzato appunto, per non correre rischi di rompersi il testone, anche se dentro non c'è in realtà nulla di utile, prezioso o comunque funzionante. Invece ha rischiato anche durante quegli scatti, perché almeno in una non l'ha in testa, ma in mano di lato (quella che da quando le ha fatte, la mette ovunque sia presente sul web e social come foto profilo), e di sicuro ne ha sparate di cazzate anche in quei momenti, magari volendo insegnare al fotografo come si fa a farla venire meglio o come si usa la macchina in generale ecc., nel suo tipico stile "so tutto io meglio di tutti su tutto da prima di tutti"... patetica bamboretta stordita.

Si fa per prendere per il culo come sempre, la ragione vera è ovvio che è un'altra anche in questo caso (come in tante altre cose): conformismo, copiare cose già fatte da altre ecc., nulla di nuovo per il soggetto e tutti gli altri burattini simili di un mondo ormai sempre più nel baratro e sempre più schiavo del nulla spinto sottovuoto (in varie forme in cui si manifesta nei vari campi e argomenti).